I dati di
AlmaLaurea e l’efficacia lavorativa del conseguimento di una laurea. Situazione
occupazionale dei giovani laureati in Italia secondo i dati AlmaLaurea 2013.
Un argomento
di grande attualità oggi è un interrogativo che ogni studente in procinto di
immatricolarsi o sulla soglia e quindi alla fine della sua carriera
universitaria si chiede: quali sbocchi effettivi e reali può offrirmi tale
percorso di studi?
Oggi il
problema per un giovane laureato è proprio l’impossibilità di riuscire a
trovare un lavoro idoneo e adeguato alla sua carriera universitaria, ciò
sicuramente dovuto ad una forte crisi che imperversa nel nostro Bel Paese.
Accadde così che spesso il “laureato” pur di aver un minimo di sicurezza
economica si accontenta di lavori malpagati e lontani dai loro obbiettivi e
ambizioni.
AlmaLaurea
ci offre un preciso quadro sulla situazione attuale di un giovane studente
laureato in cerca di lavoro.
Noi studenti
laureati e sfruttati: i dati di AlmaLaurea. Mentre i giovani italiani si adeguano a percepire stipendi
insoddisfacenti, a svolgere un’attività non coerente con il percorso di studi,
a essere pronti a trasferirsi all’estero pur di trovare un’occupazione, i dati
di AlmaLaurea mostrano la complessità della situazione. Sono relativi
all’ultimo anno accademico, ma il quadro non migliora.
L’efficacia
del titolo risulta ancora più significativamente in calo se il confronto
avviene rispetto alla rilevazione 2008 (-9 punti tra i triennali, -7 tra gli
specialistici, oltre 14 punti in meno tra i colleghi a ciclo unico).
La speranza
è che la situazione migliori con il passare del tempo. Tra uno e tre anni
dalla laurea – dati 2012 – i livelli di efficacia tendono ad aumentare
(+4 punti per il collettivo in esame).
I dati di
AlmaLaurea a 5 anni dalla laurea. A cinque anni aumentano ulteriormente: 55 laureati
specialistici su cento dichiarano che il titolo è molto efficace o efficace per
l’esercizio della propria attività lavorativa (in aumento di 4 punti rispetto a
quando furono intervistati ad un anno dal titolo).
Tra i
colleghi triennali tale valore è pari al 66%, tra i laureati a ciclo unico (in
larga parte medici fra i laureati del 2007) raggiunge addirittura quota 93% (+3
punti rispetto alla rilevazione ad un anno). Dati 2007-2012, difficili da
confermare nel futuro.
L’efficacia
è particolarmente accentuata tra i laureati dei gruppi architettura (per il 59% è almeno efficace), ingegneria
(57%) e chimico-farmaceutico (54%) – dice AlmaLaurea – Inferiore alla
media, invece, tra coloro che hanno una laurea in scienze politiche,
psicologia, lettere e nelle professioni sanitarie (le percentuali sono
inferiori al 35%).
Secondo
AlmaLaurea, a cinque anni i valori più elevati sono raggiunti tra giuristi
(82%) e architetti (69%), nonchè nei gruppi geo-biologico (65%), agrario (63%)
e chimico-farmaceutico (61%). Sotto la media invece i livelli di efficacia dei
laureati dei gruppi politico-sociale, insegnamento, professioni sanitarie e
letterarie (valori al di sotto del 48%).
Stando ai
dati di AlmaLaurea, a un anno dal titolo 39 occupati su cento (in linea
con le precedenti indagini) utilizzano le competenze acquisite durante il
percorso di studi in misura elevata, mentre 42 su cento dichiarano di farne un
utilizzo ridotto.
Ne deriva secondo i dati AlmaLaurea che 19
laureati su cento (+1 punto rispetto ad un anno fa) ritengono di non sfruttare
assolutamente le conoscenze apprese nel corso del biennio specialistico