Pubblichiamo l’intervento di Roberto
Costantini , dirigente universitario LUISS Guido Carli e autore dei noir Tu
sei il male e Alle radici del male pubblicati da Marsilio
L’idea del ministro
Carrozza di sperimentare in pochi istituti che ne hanno fatto richiesta
l’accorciamento da 5 anni a 4 anni delle superiori ha suscitato parecchie
reazioni negative.
Quello che colpisce di queste reazioni sono gli argomenti, che non
riguardano ciò che è più giusto e utile per gli studenti, bensì i posti di lavoro
che si potrebbero perdere e un eccesso di fretta ( sic!) del Ministro.
L’argomento dell’eccesso di fretta è
diabolico.
Come per tantissimi altri problemi
italiani, di questa ed altre questioni da risolvere nella scuola (la rivalutazione degli istituti tecnici
e professionali, le modalità
dell’esame di maturità , le date dei test di ammissione universitaria, il reale insegnamento delle lingue
straniere ) si parla
da anni. Tra l’altro, nelle scuole , gli stessi dirigenti e insegnanti, che
fanno miracoli a tenere in piedi una situazione molto complicata, auspicano da
tempo alcune profonde modifiche.
L’argomento del non fare le cose in
fretta è usato da chi non vuole cambiare niente.
Quanto all’eventuale perdita di posti di
lavoro, questo comunque
non può essere il punto di partenza del ragionamento.
Bisogna partire da ciò che è meglio per
gli studenti, che sono i «clienti»
della scuola e il futuro del nostro Paese.
Le decisioni vanno prese sentendo il
loro parere, insieme a quello degli insegnanti e delle famiglie, sul cosa
sia meglio per lo studio e per il lavoro.
Il problema degli esuberi (eventuali) non si risolve perpetuando lavori che non risultano utili a chi ne deve fruire. Ragionamento valido anche per tanti altri settori.
Il problema degli esuberi (eventuali) non si risolve perpetuando lavori che non risultano utili a chi ne deve fruire. Ragionamento valido anche per tanti altri settori.
I nostri studenti hanno un percorso
formativo complessivo (inclusa l’università) più lungo di 1-2 anni rispetto
alla maggior parte degli studenti dei paesi con cui poi si trovano a competere
sul mercato internazionale del lavoro. Mercato cui si deve fare
necessariamente riferimento in una fase in cui la disoccupazione giovanile in
Italia sta assumendo dimensioni significative e tenendo conto dell’abbattimento
di certe barriere e della libera circolazione dei lavoratori.
Sul mercato del lavoro internazionale,
tra due curriculum abbastanza paragonabili, viene preferito quasi sicuramente
chi è più giovane. Nessun
direttore del personale andrà a guardare se ha fatto le superiori in 4 o 5
anni. Quindi l’unico tema reale è se si riesce a dare una preparazione
adeguata agli studi successivi (o al lavoro in certi casi) in meno tempo.
Conclusione. Il ministro fa benissimo a
sperimentare, senza ulteriori indugi. Sperimentare in questo campo non è
né frettoloso né antisociale. Anzi , è tardivo ed eticamente dovuto.
I sedicenni non votano alle elezioni, ma
ogni tanto mettiamoci una mano sulla coscienza. Di danni ai giovani ne abbiamo
già fatti abbastanza.