Focus, 29/05/2013
All’inizio fu una leggenda metropolitana.
Erano gli anni Novanta e circolava voce che, raccogliendo tappi di
bottiglie di plastica, si potesse contribuire a comprare una carrozzina a
un disabile: nel ‘95 un portatore d’handicap novarese arrivò a quota 5
quintali di tappi, prima di scoprire che nessuno gliel’avrebbe
“convertiti”.
La notizia fece talmente scalpore che una colletta portò al lieto fine della storia. Oggi, però, la raccolta tappi è realtà e vede mezzo Stivale impegnato a raccogliere - tra scuole, parrocchie, bar, Caritas - piccoli e, apparentemente insignificanti, tappi di bottiglie.
Non chiamateli, semplicemente, di plastica. Perché, come sarà pronto a riprendervi chi organizza queste raccolte, sono, più nello specifico, di polietilene o polipropilene, materiali che si prestano facilmente ad essere rilavorati per fare mobili da giardino e non solo. Per questo i tappi si raccolgono, e poi si rivendono. Le bottiglie sono invece di polietilene tereftalato - quello che conosciamo come Pet - e il processo di riciclaggio è differente. Dividerli, dunque, è un gesto corretto, che fa bene all’ambiente e non solo.
Prendiamo i tappi che si raccolgono a Collegno, Comune del Torinese di 50mila abitanti. Qui è il Masci, il Movimento Adulti Scout, ad aver organizzato la raccolta. Nelle scuole, nella sede dell’Università della terza età, all’ecocentro si può lasciare la borsetta con i tappi, come fa la signora Maria Gnogiu: «Non mi costa fatica, tengo sempre un contenitore in balcone». Una volta riempito un container, viene spedito in Toscana. Destinazione la Galletti E.Co Service di Livorno che li tritura gratis e rivende la plastica così ricavata per fare sedie da giardino, giochi per i parchi, cassette per la frutta. Il guadagno (al netto delle spese) va a iniziative che l’associazione Centro mondialità sviluppo reciproco promuove per la regione di Dodoma, in Tanzania.
La notizia fece talmente scalpore che una colletta portò al lieto fine della storia. Oggi, però, la raccolta tappi è realtà e vede mezzo Stivale impegnato a raccogliere - tra scuole, parrocchie, bar, Caritas - piccoli e, apparentemente insignificanti, tappi di bottiglie.
Non chiamateli, semplicemente, di plastica. Perché, come sarà pronto a riprendervi chi organizza queste raccolte, sono, più nello specifico, di polietilene o polipropilene, materiali che si prestano facilmente ad essere rilavorati per fare mobili da giardino e non solo. Per questo i tappi si raccolgono, e poi si rivendono. Le bottiglie sono invece di polietilene tereftalato - quello che conosciamo come Pet - e il processo di riciclaggio è differente. Dividerli, dunque, è un gesto corretto, che fa bene all’ambiente e non solo.
Prendiamo i tappi che si raccolgono a Collegno, Comune del Torinese di 50mila abitanti. Qui è il Masci, il Movimento Adulti Scout, ad aver organizzato la raccolta. Nelle scuole, nella sede dell’Università della terza età, all’ecocentro si può lasciare la borsetta con i tappi, come fa la signora Maria Gnogiu: «Non mi costa fatica, tengo sempre un contenitore in balcone». Una volta riempito un container, viene spedito in Toscana. Destinazione la Galletti E.Co Service di Livorno che li tritura gratis e rivende la plastica così ricavata per fare sedie da giardino, giochi per i parchi, cassette per la frutta. Il guadagno (al netto delle spese) va a iniziative che l’associazione Centro mondialità sviluppo reciproco promuove per la regione di Dodoma, in Tanzania.