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Il Comitato Genitori

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I bambini devono vivere offline»

La sorella di Zuckerberg pubblica un libro contro la tecnologia (e Facebook): 

I bambini devono vivere offline

Sui pericoli dell'assefuazione dei bambini alle nuove tecnologie si sono scritti molti libri, ma nessuno immaginava che l'ultimo della serie, che verrà pubblicato il 5 novembre, è opera di RandiZuckerberg.

Randi è la sorella di Mark, il giovane miliardario under 30 inventore di Facebook, che proprio in questi giorni ha allentato le regole della privacy per gli utenti adolescenti per non farli migrare verso altre piattaforme come Snapchat o TwitterD'ora in poi gli utenti minorenni del social network, al pari degli adulti, potranno scrivere post pubblici, visibili cioè anche agli iscritti che non fanno parte della loro cerchia di amici.

Mark, non ha ancora replicato pubblicamente all'iniziativa della sorella che non incoraggia l'uso della piattaforma che ha inventato, ma è ipotizzabile che non verrà molto apprezzata. Randi, che ha lasciato il suo ruolo di manager all'interno dell'azienda di famiglia nel 2011, è diventata madre di Asher, un bambino di due anni che stava soffocando nella tecnologia che lo circondava. L'estensione delle mie mani, racconta, era per il mio piccolo, significativa solo se era completata da uno smartphone. Una appsostituiva la ninna nanna, un'altra lo intratteneva al ristorante o nei momenti nei quali io ero alle prese con un tablet. Una vera ossessione (di famiglia).

Proprio per limitare l'intrusione di dispositivi elettronici, in troppi casi sostitutivi di giochi e affetti, che RandiZuckerberg ha deciso di pubblicare "Dot". In questafavola si narra la storia di una «coraggiosa bambina di nome Dot, che sa come fare tapping su un tablet, sa condividere foto sui social network, sa scaricare e giocare con una app ma non riesce a prestare più attenzione a nessun altro evento che non sia sullo schermo di un pc. Ma con un piccolo aiuto riuscirà a scoprire la ricchezza del mondo vero che l'aspetta fuori».

L'ex manager di Facebook, ora mamma, scrittrice, produttrice di format video e ceo della ZuckerbergMedia, pubblicherà contemporaneamente un altro libro che ha lo stesso intento, ma per un pubblico adulto. In "Dot complicated", altro manuale autobiografico, la sorella maggiore del re mida dei social network consiglia agli over 30 le modalità per riprendere il controllo della loro presenza online, e ai genitori offre una guida sull'importanza di insegnare ai figli come diventare dei cittadini digitali consapevoli, senza trasformare profilo e bacheca virtuale in un enorme database per inserzionisti. E chi poteva scriverne le regole meglio di lei, che per anni ha lavorato nella family business, e ne conosce le logiche e i pericoli? (l.b.)

I bambini devono vivere offline»

La sorella di Zuckerberg pubblica un libro contro la tecnologia (e Facebook): 

I bambini devono vivere offline

Sui pericoli dell'assefuazione dei bambini alle nuove tecnologie si sono scritti molti libri, ma nessuno immaginava che l'ultimo della serie, che verrà pubblicato il 5 novembre, è opera di RandiZuckerberg.

Randi è la sorella di Mark, il giovane miliardario under 30 inventore di Facebook, che proprio in questi giorni ha allentato le regole della privacy per gli utenti adolescenti per non farli migrare verso altre piattaforme come Snapchat o TwitterD'ora in poi gli utenti minorenni del social network, al pari degli adulti, potranno scrivere post pubblici, visibili cioè anche agli iscritti che non fanno parte della loro cerchia di amici.

Mark, non ha ancora replicato pubblicamente all'iniziativa della sorella che non incoraggia l'uso della piattaforma che ha inventato, ma è ipotizzabile che non verrà molto apprezzata. Randi, che ha lasciato il suo ruolo di manager all'interno dell'azienda di famiglia nel 2011, è diventata madre di Asher, un bambino di due anni che stava soffocando nella tecnologia che lo circondava. L'estensione delle mie mani, racconta, era per il mio piccolo, significativa solo se era completata da uno smartphone. Una appsostituiva la ninna nanna, un'altra lo intratteneva al ristorante o nei momenti nei quali io ero alle prese con un tablet. Una vera ossessione (di famiglia).

Proprio per limitare l'intrusione di dispositivi elettronici, in troppi casi sostitutivi di giochi e affetti, che RandiZuckerberg ha deciso di pubblicare "Dot". In questafavola si narra la storia di una «coraggiosa bambina di nome Dot, che sa come fare tapping su un tablet, sa condividere foto sui social network, sa scaricare e giocare con una app ma non riesce a prestare più attenzione a nessun altro evento che non sia sullo schermo di un pc. Ma con un piccolo aiuto riuscirà a scoprire la ricchezza del mondo vero che l'aspetta fuori».

L'ex manager di Facebook, ora mamma, scrittrice, produttrice di format video e ceo della ZuckerbergMedia, pubblicherà contemporaneamente un altro libro che ha lo stesso intento, ma per un pubblico adulto. In "Dot complicated", altro manuale autobiografico, la sorella maggiore del re mida dei social network consiglia agli over 30 le modalità per riprendere il controllo della loro presenza online, e ai genitori offre una guida sull'importanza di insegnare ai figli come diventare dei cittadini digitali consapevoli, senza trasformare profilo e bacheca virtuale in un enorme database per inserzionisti. E chi poteva scriverne le regole meglio di lei, che per anni ha lavorato nella family business, e ne conosce le logiche e i pericoli? (l.b.)

Gli inoccupabili

Gli inoccupabili

10/10/2013 massimo gramellini

Dopo «bamboccioni» «choosy» e «sfigati», ieri è toccato al nuovo ministro di un’attività in via di estinzione (il Lavoro), definire «poco occupabili» gli italiani, a commento di uno studio dell’Ocse che colloca i nostri giovani all’ultimo posto in Europa per alfabetismo e al penultimo per conoscenze matematiche.

Poiché a nessuno risulta che negli ultimi vent’anni in Italia ci sia stata un’epidemia di cretinismo nei reparti d’ostetricia, si deve supporre che l’impreparazione dei ragazzi non derivi da tare mentali o caratteriali, e nemmeno soltanto dal lassismo complice dei genitori, ma da scelte strategiche incompatibili con la parola futuro. Quella classe dirigente uscita dalle assemblee del Sessantotto, che oggi irride e disprezza i suoi figli, è la stessa che ha tolto risorse all’istruzione, alla ricerca e alla formazione. Che si è rifiutata di indirizzare le scelte di politica economica verso la cultura, il turismo e l’innovazione tecnologica. Che ha ammazzato il merito, praticando in prima persona l’appartenenza a qualche cordata: per quale ragione i ragazzi dovrebbero credere in un sistema che non privilegia i più bravi, ma i più ammanicati? Gli investitori stranieri si tengono alla larga dall’Italia non perché considerano i nostri figli dei caproni, ma perché si rifiutano di allungare una bustarella ai loro padri o, in alternativa, di aspettare tre anni per avere un bollo che altrove ottengono in tre ore. Altro che poco occupabili: il problema italiano è che in questi anni qualcuno si è occupato, e ha occupato, fin troppo.

Il «piano b» degli aspiranti medici: bocciati in Italia provano in Albania


Il «piano b» degli aspiranti medici: bocciati in Italia provano in Albania
La nuova frontiera degli aspiranti camici bianchi italiani: l’università albanese Nostra Signora del Buon Consiglio
UNIVERSITA’
Il «piano b» degli aspiranti medici:
bocciati in Italia provano in Albania
La nuova frontiera degli aspiranti camici bianchi italiani: l’università albanese Nostra Signora del Buon Consiglio
Test d’ammissione universitari (Ansa)
TIRANA - «Tutto mi aspettavo dalla vita, tranne portare mia figlia a studiare qui, in Albania». Via Dritan Hoxha, periferia di Tirana. In mezzo a decine di palazzi e soffocata da un traffico impazzito eccola qui la nuova frontiera degli aspiranti camici bianchi italiani: l’università, privata e di diritto albanese Nostra Signora del Buon Consiglio. 

È proprio qui, in questo insieme di edifici nuovi e in ristrutturazione, che 596 ragazzi, tutti del nostro Paese, si sono presentati ieri per il test di ammissione alle facoltà di Medicina e Odontoiatria e protesi dentaria. Sessanta domande di scienze, un’ora di tempo

VISITA SINAGOGA VERCELLI

Circolare della Presidenza  n.74

Il giorno 25 Ottobre la classe 2B si recherà a Vercelli per una visita guidata del cimitero ebraico e della Sinagoga.
Il costo del treno è di 4.50 A/R da pagarsi autonomamente mentre i 6€ della visita saranno raccolti direttamente dalla  prof.ssa V. per il pagamento che verrà effettuato alla biglietteria d’ingresso.
La partenza è prevista per le ore 8.50 dalla stazione di Novara con arrivo a Vercelli alle 9.15; il ritorno è previsto per le ore 16.00ca.
Gli studenti si ritroveranno direttamente nell’atrio della stazione per le ore 8.30 muniti di biglietto.

Il Barocco sul territorio: vivere un quadro. Il Sacro Monte di Varallo

Circolare della Presidenza  n.73

Mercoledì  23 Ottobre le classi 4H e 4G si recheranno a Varallo Sesia per una lezione  sul Barocco. Accompagnate dalle docenti, Anna Marchioro e Carla Vietti partiranno da Novara alle 8.05 con pullmann della linea Baranzelli e si recheranno prima a Varallo Sesia per visitare la chiesa di Santa Maria delle Grazie dove è presente la pala di Gaudenzio Ferrari e poi saliranno sul Sacro Monte per fare il percorso delle 38 cappelle. Pranzo al Sacco e rientro a Novara con il pullmann delle 14.50.
Ci si ritrova all’autostazione alle 7.45. Si raccomanda la puntualità perché è un pullmann di linea. Il costo del biglietto a/r è di 8.70 pagabili direttamente sul pullmann

Bando di concorso sul tema delle pari opportunità

CIRCOLARE DELLA PRESIDENZA  N.  67

Si comunica che  il bando di concorso in oggetto è scaricabile dal portale quale allegato alla presente circolare.

Gli interessati alla partecipazione sono pregati di darne comunicazione al prof. Boldon Zanetti entro venerdì 18 ottobre p.v 


Bando concorso F.P.O Festival dei giovani sulle pari opportunità
Primo concorso regionale per gli studenti
delle scuole secondarie di II grado

Il Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d’Aosta con il Centro Servizi VSSP e SGI Società Generale dell’Immagine Srl, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, promuove un concorso per l’ideazione e la creazione di materiali utili a diffondere tra i giovani la Cultura delle Pari Opportunità, dei valori che essa trasporta e di uno stile di vita positivo, che sappia coniugare il rispetto per gli altri, l’integrazione e la solidarietà.

Regolamento

Art. 1
Il concorso è rivolto agli studenti piemontesi degli Istituti di Istruzione Secondaria di Secondo grado.
E’ possibile partecipare sia come classe che come gruppo ma sempre a nome della Scuola di appartenenza.

Art. 2
Il materiale dovrà rappresentare, in modo sintetico e consono alla cultura del nostro tempo, le Pari
Opportunità con la creazione di materiali finalizzati alla promozione tra gli studenti dei principi di non discriminazione,uno strumento di promozione fatto da giovani per rivolgersi ad altri giovani. .
Il progetto prevede di affrontare in maniera trasversale sei aree di discriminazione :
· genere
· origine etnica e nazionalità
· religione e convinzioni personali
· disabilità
· età
· orientamento sessuale
Gli elaborati partecipanti al Concorso dovranno affrontare possibilmente più aree.

Art. 3
La tipologia degli elaborati artistici ammessa a partecipare al Concorso è a scelta dei partecipanti:
- Video : Spot, Corti teatrali , ecc(della durata massima di 3 minuti)
- Animazione fotografica con foto originali e slogan
- Racconto breve (della lunghezza massima di 7.000 battute)
Gli elaborati dovranno essere prodotti in formato elettronico TIFF risoluzione min 300 dpi – max 1200x1200
(se immagini), la tecnica di esecuzione è libera e può comprendere l’uso di tecnologie informatiche.
I filmati potranno essere forniti su supporto dvd video e inviati all’indirizzo del Forum del Volontariato o in alternativa in formato Mov H264 piena qualità e trasmessi via wetransfer al seguente indirizzo mail :
info@forumvolontariato.org

Art. 4
Ogni elaborato dovrà avere in allegato la scheda di partecipazione al concorso interamente compilata. I partecipanti dovranno altresì autorizzare l’Associazione Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d’Aosta al trattamento dei propri dati. Il materiale pervenuto non sarà restituito.



Art. 5
Il Concorso inizierà il 15 settembre 2013 e gli elaborati dovranno pervenire in busta sigillata, con all’interno i dati della scuola, del professore referente, degli studenti partecipanti al progetto e una breve descrizione del materiale, tassativamente entro il 30 dicembre 2013. Sulla busta dovrà essere scritta la seguente dicitura:
Forum del Volontariato Piemonte e Valle D’Aosta
c/o Convitto Statale per i Sordi
Via Arnaldo da Brescia 53
10134 Torino
Concorso F.P.O Festival dei giovani sulle pari opportunità

Art. 6
I materiali saranno presentati e premiati in quattro diversi festival che si svolgeranno tra aprile e settembre 2014 rispettivamente a:

1) Torino per le scuole del capoluogo e della provincia;
2) Asti per le scuole di Asti, Alessandria, Vercelli e loro province;
3) Cuneo per le scuole di Cuneo e della provincia;
4) Novara per gli studenti di Novara, Biella e Verbano Cusio Ossola e province.
Un evento finale di disseminazione aperto alla cittadinanza si svolgerà a Torino, ma verrà pubblicizzato in
tutte le province coinvolte.

Art. 7
I Premi del concorso saranno assegnati da una giuria composta da rappresentanti degli Assessorati alle Pari Opportunità e dell’Istruzione della Regione Piemonte, giornalisti ed esperti di comunicazione, cinema e letteratura e da rappresentanti degli Enti promotori del Progetto.
Saranno premiati, con un buono acquisto per libri, audio-video o materiale informatico/elettronico del valore
di € 500,00 intestato alla scuola, 3 elaborati per ogni Festival divisi per tipologia di materiali .
- Miglior Corto teatrale
- Miglior spot, video o animazione fotografica con foto originali e slogan
- Miglior Racconto breve

Art. 8
I vincitori cedono agli organizzatori a titolo gratuito tutti i diritti di diffusione, di utilizzo a fini di
rappresentanza, di pubblicazione, diffusione e riproduzione su qualsiasi supporto dei materiali presentati.
Si intende che è espressamente vietato da parte degli organizzatori o dei loro aventi causa qualunque utilizzo a scopo di lucro sui suddetti elaborati.

Art. 9
I materiali prodotti saranno inseriti nei siti
delle scuole,
delle provincie che hanno aderito,
dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte,
del Forum del Volontariato,
del Centro servizi VSSP e
nella piattaforma appositamente costruita

Per informazioni relative al concorso:
Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d’Aosta
Tel .011/5618404 – Numero verde: 800590006 –
e-mail: info@forumvolontariato.org – sito Web: www.forumvolontariato.org

Libretti di giustificazione

Circolare della Presidenza  n.69

       Si comunica ai genitori che sono in distribuzione i libretti di giustificazione degli alunni.
I genitori  dovranno depositare la firma presso l’Ufficio di segreteria secondo l’orario di ricevimento al pubblico.

Studio Assistito delle Classi 1^

Circolare della Presidenza  n.68

Gli studenti interessati a frequentare l’attività di studio assistito dovranno pagare la quota mensile relativa ad un incontro settimanale da due ore ciascuno è di € 35,00, che dovranno essere consegnati a mano al momento dell’iscrizione.

Il duello New York Times-Twitter

È dunque colpa dei nostri genitori che non ci hanno regalato il Commodore 64 se il codice Html ci pare arabo? O siamo noi stesse ad escluderci dalla partita?


Una domanda rimbalza da San Francisco a Washington. La Silicon Valley è un club per soli uomini? Quesiti che da noi vengono liquidati come chiacchiere da femministe. Ma negli Usa il dibattito sulla gender equality nel Tech si è riacceso, complice un vivace scambio tra la giornalista del New York Times Clair Caine Miller e il Ceo di Twitter Dick Costolo. All’indomani dell’avvio delle procedure per lo sbarco a Wall Street di Twitter, il quotidiano mette il dito nella piaga. «Il board di Twitter? Tutti uomini (bianchi). Gli investitori? Idem. E stesso discorso per gli ad. Con l’eccezione di Vijaya Gadde, unica donna in consiglio di amministrazione», ha scritto Miller. «È la mafia di Twitter», ha rincarato la dose Vivek Wadhwa, ricercatore allo Stanford Rock Center for Corporate Governance. Costolo, d’altro canto, non si è scomposto. Ha alzato il sopracciglio e ha risposto: «Non voglio gestire la questione come se stessi solo spuntando una casella». Come dire: «Se non ci sono donne adatte, non è un mio problema». Una provocazione cui Miller ha replicato per le rime, pubblicando un elenco di 25 donne attrezzate per stare nel board di Twitter, tra cui Indra Nooyi di Pepsi, Renée James di Intel e perfino la sceneggiatrice Shonda Rhimes.
La maggior parte delle americane, a differenza delle europee, ha capito da tempo che la questione riguarda tutti. Il focus del dibattito non sono le quote rosa o i consigli d’amministrazione. Si parla di meritocrazia. Le donne, secondo il Pew Research Center, usano i social network esattamente quanto gli uomini, se non di più. Eppure, per Catalyst, sono solo il 5,7 per cento degli impiegati nel settore. Poche, pochissime, lavorano come programmatrici. Celebri divennero le foto pubblicate dall’Atlantic , scattate alla Worldwide Developers Conference, con il bagno degli uomini preso d’assalto mentre davanti alla toilette delle signore non c’era nessuno. Stereotipi di genere? Che il tech fosse un settore per nerd, brufolosi e un po’ dissociati non è un segreto. Già nel lontano 2006 Nancy Hafkin e Sophia Huyer scrissero Cinderella or Cyberella? e Randi Zuckerberg, sorella di Mark, nel 2010 confessò: «A me regalavano le bambole, a lui i videogame».

Istruzione, liberi tutti



Istruzione, liberi tutti

La scuola digitale è ancora un'utopia nella maggior parte degli istituti scolastici italiani. L'Ocse in un suo recente rapporto sulla scuola italiana (marzo 2013) mette in rilievo, con accenti molti critici, come a questo ritmo di investimenti la nostra scuola avrebbe bisogno di 15 anni per raggiungere in questo campo i risultati della scuola inglese che ha digitalizzato l'80% delle classi. Su questo fronte, però, i governi Monti e Letta hanno certamente corretto la rotta, dopo più di un decennio di colpevole disattenzione rispetto al «digital divide» della scuola italiana.
L'Italia ha oggi un'Agenda digitale, dove è contenuta una specifica «Agenda digitale della scuola». Quest'ultima individua la necessità, almeno «normativa», (i fondi stanziati non sono, invero, molti) del cablaggio a banda larga e dell'infrastrutturazione digitale delle scuole (tablet e lavagne elettroniche, ma anche classi virtuali, registri elettronici e gestionali per l'amministrazione scolastica). Una necessità improrogabile vista l'urgenza di proporre nuove metodologie didattiche e nuovi «contenuti digitali» per adeguare gli stili di insegnamento dei docenti a quelli di apprendimento dei «nativi digitali».
Tematiche che vengono approfondite in «Scuola 2.0. Verso una didattica aumentata dalle tecnologie», dove ho fornito una road map che orienti dirigenti, insegnanti e famiglie nel cammino verso la scuola digitale. In particolare, di recente si è molto dibattuto sul tema dei «libri digitali», che secondo le linee guida dell'Agenda digitale della scuola prenderanno, presto, il posto dei vecchi manuali scolastici. Anche il «pacchetto scuola» varato il 9 settembre dal ministro Maria Chiara Carrozza, ritorna su questa tematica, apparentemente "frenando", perché sposta l'introduzione obbligatoria dei «libri digitali» all'anno scolastico 2015/2016. In realtà, una lettura attenta del testo permette di comprendere come Carrozza si muova in maniera anche più radicale di Profumo. Il suo intento è quello di liberalizzare, in prospettiva digitale, il mercato dei testi scolastici.
Vediamo come: la «bozza Carrozza», se verrà convertita realmente in legge e in regolamenti attuativi, rende opzionale l'adozione dei libri di testo scolastici! Un fatto nuovo e per molti versi rivoluzionario, permette, cioè, a dirigenti e insegnati di decidere se adottare i testi degli editori educational o utilizzare altri contenuti didattici. La «bozza», infatti, modifica il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione (decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297) che recitava all'articolo 151: «I libri di testo sono adottati, secondo modalità stabilite dal regolamento dal collegio dei docenti». In modo sottile la «bozza Carrozza» corregge: «I libri di testo possono essere adottati». Una sola parola «possono» che però cambia lo scenario dell'editoria scolastica italiana. Si tratta, in prospettiva, di una forte liberalizzazione nell'adozione di testi, contenuti e materiali su cui basare l'attività didattica. Insegnanti e dirigenti potranno, ora, scegliere tra varie opzioni oppure mixarle. In pratica: adottare i libri analogici e/o i contenuti digitali degli editori proposti dagli editori scolastici tradizionali, forzati dalla liberalizzazione a innovare in questo campo; utilizzare contenuti digitali e testi disponibili in rete in modalità "free" o "creative commons", ad esempio i "classici" non più sotto diritti disponibili, ad esempio, all'interno di Google Libri o le video lezioni delle Ted conference. Ma anche utilizzare testi, materiali didattici e contenuti digitali progettati dai docenti stessi o da altri docenti. Come i «libri di testo» del progetto Book In progress, manuali scritti dagli 800 docenti della rete nazionale del progetto che permettono un risparmio di circa 300 euro rispetto ai tetti di spesa del ministero.
Da questo punto di vista la bozza Carrozza, sempre se approvata, rappresenta un passo decisivo nella direzione di una riforma, anche digitale, della scuola italiana che la renda più attenta e responsabile rispetto ai nuovi stili di apprendimento dei cittadini «nativi digitali»: i suoi allievi e studenti.
Paolo Ferri
Professore associato di Tecnologie didattiche e Teoria e tecniche dei Nuovi Media all'Università Milano Bicocca

La dispersione scolastica costa 70 miliardi


La dispersione scolastica costa 70 miliardi
Intervita Onlus presenta in Senato il progetto Frequenza200 e lancia la ricerca nazionale sui ragazzi che lasciano la scuola
una nuova piattaforma in rete
La dispersione scolastica costa 70 miliardi
Intervita Onlus presenta in Senato il progetto Frequenza200 e lancia la ricerca nazionale sui ragazzi che lasciano la scuola
Ogni anno 2 ragazzi su 10 lasciano la scuola (Fotolia)
Luca, 16 anni, ha concluso gli esami di terza media ringraziando i professori per l’aiuto e stringendo loro la mano. Due anni fa era stato sospeso per aver insultato l’insegnante. Anche Giulio, 15 anni, ha dato (e passato) l’esame. Qualche bocciatura (tre), il disinteresse per le materie scolastiche, «inutili»: Giulio ha da lavorare nel negozio di parrucchiere dei genitori. Per loro il lavoro è più importante della scuola. Lo scorso anno, però, Giulio ha lavorato: anche su se stesso, sulle sue motivazioni, sull’autostima. Due anni in uno non sono facili. C’è riuscito. Ora frequenta il primo anno alle professionali. Enzo, invece, ripete la prima media: bocciato due volte alle elementari, non frequenta e nessuno se ne accorge. La famiglia ha accettato il bollino di «stupido» degli insegnati. A lui va bene considerarsi un fallito. A 13 anni legge a stento, non scrive. E quelle poche volte che va in classe, fa il bullo. Non lo sopportano gli insegnanti, non lo reggono i coetanei.