E' il più grande
social network del mondo, ha già più di un miliardo di utenti e continua a
diffondersi come un virus inarrestabile. Eppure fra tre anni Facebook potrebbe
non esistere più o quasi. Uno
studio della Princeton University prevede infatti che il club digitale
dell’amicizia scompaia dal web entro il 2017: nei prossimi tre anni, afferma la
ricerca, potrebbe perdere l’80 per cento o più dei suoi seguaci, come riporta
oggi il Guardian di Londra.
Naturalmente è
soltanto un’ipotesi scientifica,
basata sulla curva di crescita e decrescita di epidemie come
la peste bubbonica. Ma proprio in modo simile a un’epidemia si è diffuso il
social network, moltiplicandosi a velocità prodigiosa, da poche migliaia di
studenti di Harvard a un milione di utenti a centinaia di milioni e ormai a un
sesto dell’umanità. E altri social network, come MySpace e Bebo, sono nati,
cresciuti e precipitati nel nulla molto rapidamente: in teoria non è escluso
che possa accadere anche a Facebook, che celebrerà il suo decimo compleanno il
4 febbraio (sì, sembra che sia con noi da sempre, ma è nato appena nel 2004),
affermano gli autori della ricerca.
John Cannarella e Joshua
Spencer, docenti di ingegneria meccanica all’università americana, hanno
analizzato il numero di volte che il nome Facebook viene digitato su Google,
scoprendo che il picco è stato raggiunto nel dicembre 2012 e da allora è
cominciato il declino. "Le idee si diffondono come un’infezione tra la
gente fino al momento in cui scompaiono e già in passato sono state descritte
secondo modelli epidemiologici, si può dunque raggiungere una condizione di
immunità a un’idea come la si raggiunge con una malattia", scrivono i due
scienziati nella loro tesi di ricerca.
L’esempio di quanto accaduto al
social network MySpace è pertinente: fondato nel 2003, raggiunse l’apice del
successo nel 2007 con 300 milioni di utenti, per poi declinare fino a
scomparire dal web nel 2011. Acquistato dalla news Corporation di Rupert
Murdoch per 580 milioni di dollari e valutato a un certo punto ben 12 miliardi
di dollari, finì per essere venduto da Murdoch per appena 35 milioni di
dollari. L’analogia con Facebook regge solo fino a un certo punto, perché nel
frattempo le tecnologie si sono evolute: oggi ogni mese 870 milioni di utenti
usano Facebook attraverso i loro smart phone, il che potrebbe spiegare il calo
del social network su Google: chi vuole collegarsi non lo fa più scrivendo la
parola sul motore di ricerca. Ma il Guardian nota che David Ebersman, capo del
dipartimento finanze di Facebook, ha ammesso recentemente che negli ultimi tre
mesi c’è stata una diminuzione nell’uso quotidiano del social network,
"specialmente tra i più giovani". E in ogni caso la ricerca degli
scienziati di Princeton suona come un monito: sul web tutto cambia a grande
velocità e quello che oggi sembra un trend destinato a conquistare il mondo,
domani potrebbe essere già obsoleto.