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L’Europa e l’impietoso ritratto della Scuola Italiana tecnologicamente arretrata

Il 24 ottobre 2011 era stato lanciato da European Schoolnet e dall’Università di Liegi il sondaggio europeo delle scuole “Le TIC nei sistemi d’istruzione”, finanziato dalla Commissione Europea, Direzione Generale Società dell’Informazione e Media, e sostenuto dai ministeri dell’Istruzione. L’obiettivo era quello di stabilire, attraverso le opinioni di dirigenti scolastici, insegnanti e studenti, i progressi nella disponibilità e nell’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione in 31 Paesi europei (i 27 membri dell’Unione Europea, più Croazia, Islanda, Norvegia e Turchia).
Bene, da qualche giorno i risultati di ESSIE, questo il nome dello studio, sono di pubblico dominio, ed il ritratto che emerge della scuola italiana in rapporto alle TIC è decisamente negativo. Volendo tirare le somme,  in Italia le infrastrutture necessarie per sostenere l’apprendimento con le TIC non sono in atto in tutte le scuole. Il rapporto tra studenti e computer è alto (nel senso che ci sono 12 studenti per ogni computer) e la percentuale di scuole senza banda larga è tre volte superiore alla media europea (facendoci piazzare all’ultimo posto tra i 31 Paesi).
Tuttavia quasi tutte le scuole possiedono un sito web ufficiale e anche se l’uso delle nuove tecnologie da parte degli studenti è costantemente inferiore alla media europea. Docenti e studenti pensano di saper usare abbastanza bene le TIC, avvicinandosi alla media UE, e la maggior parte degli studenti è a contatto con insegnanti che hanno intrapreso un percorso di formazione sia istituzionale, sia da autodidatta.
Le ricette proposte per migliorare la situazione?
  • Investimenti per lo sviluppo professionale degli insegnanti;
  • Concrete misure di sostegno a livello di scuola;
  • Politiche ed azioni combinate, anche in settori diversi da quello scolastico, ma con approccio sistemico;
  • Politiche nazionali volte ad abbattere il digital divide;
  • Le quattro azioni precedenti devono portare ad uno sviluppo di nuove competenze digitali da parte dei giovani così come previste nel quadro europeo.
Se volete osservare tutti i dati dello studio, lo trovate qui in formato PDF