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LA SETTIMANA corta

Settimana corta per austerity glistudenti si ribellano Sabato libero, il resto caos (La Repubblica.it)

LA SETTIMANA corta per austerity mette in subbuglio le scuole a pochi
giorni dalla fine dell' anno scolastico. Mentre i presidi si affrettano a
convocare i docenti per discutere della questione, e le famiglie a casa
cercano di capire cosa sia meglio, dagli studenti dei licei si alza un coro di no
alla proposta di Provincia e direzione scolastica Regionale di tagliare un
giorno di scuola a settimana per abbattere le spese di riscaldamento. «Così
la scuola diventa un incubo». Dopo l' entusiasmo iniziale all' idea di due
giorni completamente liberi, i ragazzi si sono fatti i loro conti. «L' idea di poter
dormire anche il sabato mattina è bellissima - racconta Pietro,
rappresentante del classico Manzoni - ma non è fattibile. Torneremmo a casa
alle quattro, dopo aver avuto materie come latino o greco anche alla settima
ora e con un pomeriggio di studio davanti. E questo non perché ci sia un
progetto didattico, ma perché devono tagliare ancora una volta su di noi,
sulla scuola. Incredibile». La prospettiva di una settimana di studio "strizzata"
a partire da settembre, con l' orario dilatato sui pomeriggi, fa paura a chi
frequenta indirizzi dove il carico di studio richiesto a casa è maggiore.
Soprattutto agli studenti che hanno la scuola lontana e tragitti lunghi su cui
far coincidere ogni giorno gli orari dei mezzi pubblici. «Chi fa sport dovrebbe
abbandonare - spiega Alessandro, rappresentante del Berchet - non
avremmo più tempo per nulla. Già ora torno a casa alle tre. Dopo un' ora di
mezzi, mangio di corsa per iniziare a studiare prima delle quattro e riuscire a
fare tutto. Che vita sarebbe?». E c' è chi in consiglio d' istituto ha proposto di
accorciare le vacanze estive per prolungare quelle natalizie. In questo modo
le scuole rimarrebbero chiuse per più tempo quando fa freddo e i
riscaldamenti sono al massimo. Se nei classici il fronte del no studentesco è
compatto, non va meglio negli altri licei, dagli artistici agli scientifici. «Il
sabato mattina non pesa quanto sette ore di lezione al giorno - ragiona Zeno,
rappresentante degli studenti del Leonardo da Vinci - . In ogni caso, come
facciamo? Non mangiamo per sette ore? È una questione fisiologica. Nelle
superiori non c' è un servizio di ristorazione come nelle elementari. Non
siamo attrezzati». All' interno della giunta provinciale stessa c' è chi ha forti
dubbi sulla reale efficacia, in termini di risparmio di spesa, del taglio del
sabato: «Solo a seguito di un coordinamento degli orari di entrata e di uscita,
del numero dei giorni di lezionee di una condivisione dei giorni di ferie di tutti i
gli istituti - commenta l' assessore ai Trasporti a Palazzo Isimbardi, Giovanni
De Nicola - si potrebbe raggiungere un risultato positivo. Se ogni scuola,
rivendicando il principio di autonomia, deciderà di avere un suo personale
orario, il trasporto pubblico verrà sicuramente penalizzato e costerà di più
rispetto ai risparmi sul riscaldamento. Le corse dovranno essere aumentate e
distribuite in maniera differente». Dure critiche arrivano anche dai sindacati:
«La riduzione forzata dei giorni settimanali può essere causa di aumento dell'
insuccesso scolastico e di un ulteriore aggravamento dei costi per le famiglie
- scrive in una nota la Cgil - le periferie e la provincia sostengono a fatica i
tempi del pendolarismo scolastico già così com' è ora, senza lezioni nei
pomeriggi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
TIZIANA DE GIORGIO