LIM: uno strumento per tutte le materie
di Stefano Glenzer
3 dicembre 2012
L’uso delle LIM secondo i docenti interpellati dalla nostra
indagine: funziona di più per le scienze e per spiegare, ma è sempre
utile, persino nelle interrogazioni.
La Lavagna Interattiva Multimediale
(LIM) è un po’ come il nero: va con tutto. Per nove insegnanti su dieci
tra quelli coinvolti nella prima indagine condotta da Gfk-Eurisko per Pearson è
uno strumento adatto per tutte le materie, e infatti viene utilizzata
per almeno la metà del tempo trascorso in aula. La LIM viene accesa
soprattutto per le spiegazioni e le esercitazioni, rispettivamente per
il 49% e il 35% delle ore complessive: l’interattività che offre, la
capacità di catturare l’attenzione dei ragazzi e l’arricchimento delle
lezioni con materiali audio, video, collegamenti ipertestuali e
interdisciplinari forniscono un supporto importante. Ancora da
migliorare è l’uso per le interrogazioni, in media poco più di 10 minuti
all’ora.
L’impiego nelle spiegazioni sale fino al
56% delle ore settimanali nelle materie scientifiche. Ma anche le
materie umanistiche, linguistiche e applicate si mantengono su buone
medie: in tutti e tre questi casi le LIM vengono sfruttate per più del
40% delle lezioni. Per un insegnante su tre la LIM ha cambiato il metodo
di insegnamento: secondo il 41% dei professori che hanno aggiornato il
proprio modo di educare, il cambiamento ha riguardato il linguaggio, più
visivo e multimediale. I docenti hanno notato una partecipazione più
attiva e dinamica dei ragazzi, lezioni meno frontali e più interattive.
Questo però comporta un maggiore carico di lavoro per l’insegnante. Come nota oltre il 40% degli intervistati, in tutte le discipline, soprattutto umanistiche e applicate, i materiali per le lezioni specifiche della LIM vanno pensati, strutturati e preparati in anticipo. Per gli insegnanti è necessario padroneggiare internet e più in generale la tecnologia. Otto insegnanti su dieci ritengono esaurienti o abbastanza esaurienti i materiali proposti dai libri digitali. Le integrazioni però sono necessarie secondo il 56%: ricerche via internet, confronti con colleghi, testi cartacei. Soprattutto nelle materie applicate, dove il 37% ritiene insufficienti le proposte dei libri digitali.