È in Gazzetta Ufficiale da giovedì e le circolari che spiegano il
contenuto della legge vengono lette e consegnate nelle classi in questi
giorni: basta fumo a scuola. Dentro e fuori, «bionde» o elettroniche. Il
divieto è totale, riguarda studenti, prof, dipendenti degli istituti. E
le sanzioni, sulla carta, saranno salate: 55 euro (che possono arrivare fino a 250) a mozzicone. Certo, resta da vedere chi le applicherà e chi farà osservare il divieto.
IL DIVIETO - Il decreto legge «Misure urgenti in materia di
istruzione, università e ricerca», all'art. 4 fa un esplicito richiamo
alla legge 3/2003 che regolamenta il divieto di fumo nei locali chiusi e lo estende anche alle sigarette elettroniche all'interno delle scuole, facendo valere la legge Sirchia sul divieto di fumo anche ai locali all'aperto di pertinenza degli istituti: cortili, balconi, marciapiedi davanti al portone.
UN TERZO DEI LICEALI - «Prima di una serie di misure per fare della scuola un luogo di prevenzione», come ha sottolineato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin,
la norma renderà dura la vita al milione circa di fumatori in erba (uno
studente su tre alle superiori, il 4% alle medie), ma forse ancora di
più ai professori che si troveranno a sorvegliare e fiutare l'aria
proprio in quegli spazi che i ragazzi prediligono per il rito
collettivo: accendere una sigaretta e sentirsi un po' più grandi, più
sicuri di sé. È il cortile lo spazio «preferito» dal 70% degli studenti
intervistati da Cittadinanzattiva, un campione di 3mila ragazzi
di 15 regioni. Fumano in prevalenza (ma di poco: 59% alle medie, 53%
alle superiori) i maschi. Provano la prima volta intorno ai 12 anni -
dice un'altra indagine, del Movimento genitori Moige; e la maggior parte dei fumatori abituali dichiara di superare il pacchetto al giorno.
PREVENZIONE - L'inasprimento delle norme vuol «far tornare ad
essere "non figo" il fumo», soprattutto tra i giovani, ha detto il
ministro Lorenzin, sottolineando che qualche anno fa ne erano meno
attratti, lo reputavano cosa «da vecchi». «Oggi il vento è cambiato e
anche film e pubblicità tornano a indulgere su scene di fumo - ha
aggiunto -. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in guardia
sulla ripresa delle cattive abitudini, quando vengono meno le campagne
di sensibilizzazione. È quindi necessario avviare campagne periodiche massive contro il tabagismo». Il ministro condivide la sfida dei sistemi sanitari moderni: lavorare sulla prevenzione primaria, sugli stili di vita. «La scuola - dice - è un bacino straordinario per la lotta ai comportamenti devianti».
SCUOLE INADEMPIENTI - I presidi si dicono preoccupati sulla
possibilità di far rispettare la norma. Secondo Cittadinanzattiva esiste
già un problema di inadempienza alla legge, visto che una scuola su quattro non espone i cartelli di divieto e
che spesso il cattivo esempio proviene già da personale scolastico. Ci
sono poi scuole che devono ancora adeguarsi alle novità: in diversi
licei sono circolate comunicazioni in cui si ricorda che «gli unici
spazi in cui è consentito fumare sono le aree all'aperto della scuola».
Svista, confusione? In altri il divieto era già in vigore da qualche
mese. In ogni caso, nei prossimi giorni si riuniranno i consigli dei
docenti, all'interno dei quali i capi d'istituto conferiranno gli
incarichi: generalmente a insegnanti di scienze o di educazione fisica
(per «affinità»), ma anche di italiano, oppure ecologisti convinti.
Potranno essere incentivati con modeste somme prelevate dal fondo
d'istituto («bazzecole, si parla di 10, 20 euro l'anno», confida un
professore).
LE MULTE - Toccherà a loro esercitare il ruolo di «vigili» ed
estrarre dalla tasca il bollettino Asl su cui segnare l'identità dello
studente, e l'importo della sanzione. Se minorenne verrà inviato a casa,
ai genitori; se maggiorenne risponderà direttamente. I proventi delle
multe saranno destinati alla lotta al tabagismo. «Ma sarà probabile che,
almeno all'inizio, molti prof metteranno una mano sulla spalla dei
ragazzi e sceglieranno di parlare, mettere in guardia, dissuadere,
piuttosto che arrivare subito alle sanzioni», dice un altro prof.
EMULAZIONE - Resta da vedere se i ragazzi che hanno già compiuto
18 anni non chiederanno locali per fumatori. Lo potrebbero fare, lo
prevede la legge. Una mossa che annacquerebbe un po' lo spirito della
norma, che con lo stop a sigarette tradizionali ed elettroniche vuole
soprattutto interrompere il processo imitativo da parte degli
adolescenti, che ripetono il gesto degli adulti e dei ragazzi più
grandi, ereditando il vizio.
16 settembre 2013