Borse, alloggi,
mense: le regioni in crisi
faticano a finanziare il diritto allo studio
faticano a finanziare il diritto allo studio
I
dati del Miur sui fondi per gli studenti universitari: la spesa calata
drasticamente negli ultimi 5 anni. ll budget per le borse scende del 16% e
quello per i posti letto si è dimezzato. E per i pasti flessione del 5% di SALVO INTRAVAIA
La Sapienza di Roma MENTRE si rilancia la mobilità degli studenti
universitari, la spesa per il diritto allo studio cala drasticamente: meno borse di studio, ma anche
meno posti mensa e interventi per gli alloggi in favore degli universitari
fuori sede. Fra poche settimane, inizia il valzer dei test di accesso
all'università e, come ormai avviene da qualche anno, una consistente fetta di
diplomati - soprattutto residenti nelle regioni meridionali, tenteranno la
fortuna in atenei del Centro-nord. E per coloro che resteranno a studiare fuori
casa si prospetta la difficile ricerca di un alloggio. Secondo i dati
pubblicati dal ministero dell'Istruzione, negli ultimi 5 anni i finanziamenti
per le borse erogate dagli enti regionali per il diritto allo studio sono calati
considerevolmente. E diminuiscono anche i posti nelle mense.
Dal 2007 al 2011, secondo quanto pubblicato dal Miur, l'intero budget erogato dalle regioni per il cosiddetto Diritto allo studio si è assottigliato del 16 per cento: i 430 milioni del 2007 sono diventati meno di 360 cinque anni dopo. Una grossa fetta del taglio ha colpito le borse di studio, che hanno perso ben 56 milioni di euro di interventi. Borse di studio che nel 2012 hanno visto un calo del 14,5 per cento - meno 20mila unità - rispetto a cinque anni prima. E se nel 2007 ben 58 studenti su cento che presentavano domanda riuscivano ad ottenere una borsa di studio nel 2012 la percentuale si è ridotta al 48 per cento.
Stesso discorso per i posti negli alloggi universitari e per i contributi erogati agli studenti per ammortizzare le spese per la casa. Nel 2007, le regioni italiane investivano ben 10 milioni di euro, che nel 2011 si sono assottigliati a 4,8 milioni. E se i posti-alloggio si sono leggermente incrementati la percentuale di studenti che ne ha fatto richiesta è aumentato in misura maggiore. Così, nel 2007 il 57 per cento di studenti che faceva richiesta di un alloggio veniva accontentato, mentre nel 2012 la percentuale è calata al 54 per cento. E soltanto uno studente su tre riesce ad ottenere un contributo-alloggio. Sembra che le regioni italiane - con i bilanci perennemente in rosso e le restrizioni del governo centrale intento a fare quadrare i conti - non siano riuscite a seguire la richiesta di mobilità in ambito universitario delle famiglie italiane che mandano i figli negli atenei "migliori" per cercare una preparazione più solida.
E se l'alloggio è un problema, perché una stanza nelle grandi città può costare anche 300/500 euro al mese, anche trovare un posto in una mensa universitaria sta diventando un problema non da poco. Secondo il monitoraggio del ministero dell'Istruzione, in appena 5 anni sono spariti oltre duemila posti-mensa nelle strutture messe in piedi dalle regioni per soddisfare gli studenti universitari italiani, che nel frattempo sono anche diminuiti di numero. Nel 2007, gli studenti potevano contare su 45.574 posti in mense gestite direttamente o indirettamente dagli enti regionali che nel 2012 sono diventate poco più di 43mila, calando del 5 per cento. Ma forse qualcosa si muove: nel decreto del Fare, in via di approvazione al Senato, saranno approvate le borse di mobilità per gli studenti che decideranno di frequentare atenei al di fuori della regione di residenza. Cinque milioni di euro già a settembre che aggiungono una goccia al mare delle necessità.
Dal 2007 al 2011, secondo quanto pubblicato dal Miur, l'intero budget erogato dalle regioni per il cosiddetto Diritto allo studio si è assottigliato del 16 per cento: i 430 milioni del 2007 sono diventati meno di 360 cinque anni dopo. Una grossa fetta del taglio ha colpito le borse di studio, che hanno perso ben 56 milioni di euro di interventi. Borse di studio che nel 2012 hanno visto un calo del 14,5 per cento - meno 20mila unità - rispetto a cinque anni prima. E se nel 2007 ben 58 studenti su cento che presentavano domanda riuscivano ad ottenere una borsa di studio nel 2012 la percentuale si è ridotta al 48 per cento.
Stesso discorso per i posti negli alloggi universitari e per i contributi erogati agli studenti per ammortizzare le spese per la casa. Nel 2007, le regioni italiane investivano ben 10 milioni di euro, che nel 2011 si sono assottigliati a 4,8 milioni. E se i posti-alloggio si sono leggermente incrementati la percentuale di studenti che ne ha fatto richiesta è aumentato in misura maggiore. Così, nel 2007 il 57 per cento di studenti che faceva richiesta di un alloggio veniva accontentato, mentre nel 2012 la percentuale è calata al 54 per cento. E soltanto uno studente su tre riesce ad ottenere un contributo-alloggio. Sembra che le regioni italiane - con i bilanci perennemente in rosso e le restrizioni del governo centrale intento a fare quadrare i conti - non siano riuscite a seguire la richiesta di mobilità in ambito universitario delle famiglie italiane che mandano i figli negli atenei "migliori" per cercare una preparazione più solida.
E se l'alloggio è un problema, perché una stanza nelle grandi città può costare anche 300/500 euro al mese, anche trovare un posto in una mensa universitaria sta diventando un problema non da poco. Secondo il monitoraggio del ministero dell'Istruzione, in appena 5 anni sono spariti oltre duemila posti-mensa nelle strutture messe in piedi dalle regioni per soddisfare gli studenti universitari italiani, che nel frattempo sono anche diminuiti di numero. Nel 2007, gli studenti potevano contare su 45.574 posti in mense gestite direttamente o indirettamente dagli enti regionali che nel 2012 sono diventate poco più di 43mila, calando del 5 per cento. Ma forse qualcosa si muove: nel decreto del Fare, in via di approvazione al Senato, saranno approvate le borse di mobilità per gli studenti che decideranno di frequentare atenei al di fuori della regione di residenza. Cinque milioni di euro già a settembre che aggiungono una goccia al mare delle necessità.