Cronaca |
Sabato senza lezioni, la scuola si arrende |
Pubblicato: Giugno 28,2013 |
Si cerca un accordo compatibile, ma dagli insegnanti arriva a tutti i livelli l’allarme: «Un duro colpo alla didattica» |
la proposta di inserire a “bilancio di previsione” un taglio da 300 mila euro per il riscaldamento degli istituti scolastici e da 600 mila euro per il trasporto pubblico locale. In queste due settimane, intanto, sono stati ascoltati in Provincia dirigenti scolastici e sindacati, per promuovere il raggiungimento di una “quadra” compatibile con l’attuale dissesto economico dell’ente, ed è stato approvato nella giornata di lunedì 24 il bilancio preventivo di Palazzo Natta. I tre sindacati (Cgil, Cisl e Uil) hanno reso pubblico un comunicato congiunto di piena «contrarietà e dissenso all’ipotesi di chiusura delle scuole per la giornata di sabato», in quanto fortemente preoccupati «sull’intesificazione della permanenza a scuola degli alunni, con probabile ricaduta negativa sulla didattica». Dagli uffici della Cgil denunciano anche una sostanziale mancanza di coraggio dell’assessorato: «Non vogliono deliberare, facendo fare il lavoro sporco ai consigli d’istituto e costringendoli a prendere decisioni contro i loro stessi interessi» commenta Luigi Nunziata, che ribadisce: «La scuola ancora una volta viene trattata come mera spesa per la collettività, invece che investirci per migliorare il servizio e renderlo più efficiente; e non solo in tema di riscaldamento». Anche tra i dirigenti scolastici aleggiano tensioni. Il preside del liceo classico “Carlo Alberto”, Paolo Fratta, si prende l’onere di rompere il ghiaccio definendosi lontano dall’idea di voler «subire una scelta d’altri», vista non solo come una minaccia per un corretto svolgimento delle attività scolastiche, ma anche per il principio di autonomia della stessa istituzione scuola». Più rassegnato il dirigente dell’Istituto tecnico industriale Omar, Francesco Ticozzi, che prende atto della situazione e annuncia una collaborazione con l’istituto Fauser per ripensare nel modo più ottimale l’orario delle lezioni. Non le manda a dire a Fratta, sottolineando che «non esistono scuole d’èlite» e continua: «La situazione è grave, e non solo in questi giorni; da tempo fare fronte anche ai più piccoli interventi di manutenzione è diventato un terno all’otto: dobbiamo avanzare noi i soldi senza far troppo affidamento su eventuali finanziamenti della Provincia». «L’ultima parola spetta ai consigli d’istituto, con i quali ci auspichiamo di trovare una soluzione comune e condivisa», commenta l’assessore provinciale all’Istruzione Anna Maria Mariani, che rivendica il merito di aver avviato una “procedura aperta”, di ascolto delle parti, in contapposizione ad altri territori «dove una circolare inviata in modo unilaterale dalla Provincia ha chiuso i giochi in partenza». L’assessore, che professionalmente arriva proprio dal mondo della scuola, si definisce affranta per l’attuale situazione, ma non ci sta a colpevolizzare solo l’ente locale, “ultimo anello della filiale”: «Se si vuole pensare ad una forma di organizzazione scolastica a tempo pieno – come già esiste in altre realtà estere – questa scelta deve partire da Roma; adesso come adesso a noi arrivano solo gli obblighi di taglio e non è che ci faccia piacere venire additati poi come gli unici responsabili». Ai consigli d’istituto tocca così deliberare l’accettazione della situazione, perché di questo alla fine si parla. Nella giornata di mercoledì si sono tenuti i due consigli del liceo delle scienze umane Tornielli Bellini e del liceo classico Carlo Alberto. Altri sono previsti nelle prossime ore. «Il consiglio ha dovuto sostanzialmente accettare la situazione, ma non senza fatiche», commenta la professoressa Maria Grazia Alemanni, docente dell’ex istituto magistrale, che rivendica il fatto di essersi astenuta dalla votazione insieme ad una collega. «C’è un clima non facile da digerire e questa scelta, arrivata troppo tardi, rappresenta un colpo gravissimo per la nostra didattica». Ma le proteste non si esauriscono nell’aula consiliare. Più di cinquanta professori dell’Istituto Nervi hanno sottoscritto un comunicato stampa dai toni incandescenti. Nel comunicato, i professori dell’istituto geometra si oppongono con fermezza ad un provvedimento ambiguamente “calato” a fine attività scolastica, «che non permette assolutamente alcun coinvolgimento in merito da parte di studenti e professori – si legge – e privo di ogni elemento di contrattazione». Non sorprende infatti che i grandi assenti di questa complessa situazione siano proprio gli studenti. Lontano dalle straripanti manifestazioni di piazza autunnali, giugno rischia di dimostrarsi una cornice arida per la giovane utenza. Sul concetto di “apertura” e di “confronto” della decisione pubblica, come è evidente, ci sono punti di vista molto lontani. C’è chi cita le esperienze di altre province, dove in tutta franchezza la situazione non è più semplice. Nel Milanese ad esempio i “no” decisi da dirigenze “eccellenti” (Berchet, Beccaria e Parini, per citarne alcuni) sono arrivati, e a secchiate. Intanto, per settimana prossima si attendono maggiori certezze. «Avremo in mano le delibere dei consigli d’istituto approvate - commenta l’assessore Mariani - e l’accordo sui trasporti sarà maggiormente definito; per il momento siamo in pieno “work in progress”». Mattia Anzaldi |
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Sabato senza lezioni, la scuola si arrende
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2013-06-30T21:44:00+02:00
Marita
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