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Fermiamoci 5 minuti e pensiamo alla salute

Paolo Veronesi
Chirurgo, Presidente Fondazione Umberto Veronesi

Fermiamoci 5 minuti e pensiamo alla salute: approfittiamo degli screening

Nei giorni scorsi ho avuto modo di analizzare i dati riguardanti il "Rapporto Screening", ovvero la quantità di persone che decidono di aderire agli screening oncologici messi a disposizione dalle varie Asl su tutto il territorio nazionale. I dati, pubblicati nel decimo rapporto dell'Osservatorio Nazionale Screening, si riferiscono all'anno 2010. Non nascondo di essere rimasto perplesso per la situazione totalmente a macchia di leopardo.
Gli screening sono un efficace metodo per andare a cercare, tra le persone che non hanno disturbi o sintomi, quelle che potrebbero avere una malattia in fase iniziale. Sono uno strumento straordinario che permette di salvare la vita a moltissime persone. Manca però purtroppo ancora questa consapevolezza. Le Asl sollecitano quasi 10 milioni di italiani ma solamente il 45% risponde alla chiamata.
Ma se da un lato è l'adesione a preoccupare, dall'altro dobbiamo sottolineare purtroppo la non perfetta organizzazione delle Asl. Il dato che più mi sta a cuore in quanto senologo riguarda quello relativo allo screening mammografico. Al nord vengono chiamate il 92% delle donne, nel centro l'82% e al sud, purtroppo, solo il 45%. La media nazionale è del 74%. Un dato, quello del sud, che però mi piace leggere in chiave positiva.
Il sistema degli screening in Italia è iniziato negli anni novanta grazie al contributo di alcune regioni. Fortunatamente all'inizio degli anni duemila si è esteso in tutto il Paese. Sino a pochi anni fa la copertura dello screening mammografico al sud raggiungeva solo il 10%. Oggi, come ho detto, siamo al 45%. Ecco perché voglio pensarla in maniera positiva.
Mi piacerebbe che in un futuro non molto lontano si potesse raggiungere la totalità sia nella copertura nazionale sia nell'adesione agli screening. Il mio non vuole essere un capriccio o un'imposizione. Da anni mi occupo di tumore al seno e non mi stancherò mai, insieme alla fondazione che presiedo, di continuare a lanciare il messaggio dell'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce.
Lo screening mammografico è importante, è un buon inizio, ma non è sufficiente. Già a partire dai 35 anni è importante che le donne effettuino su base volontaria una ecografia una volta l'anno ed a partire dai 40 anni anche la mammografia annuale. Grazie alle moderne strumentazioni come la mammografia digitale, l'ecografia con sonde ad alta frequenza e la risonanza magnetica, è oggi possibile diagnosticare un tumore al seno in fase preclinica, prima cioè che sia palpabile dalla donna o dal medico. Quando la diagnosi avviene in questa finestra temporale la probabilità di guarigione a cinque anni è superiore al 98%.
Non solo, anche la qualità di vita può tornare ad essere la stessa, poiché abbiamo a disposizione tecniche di chirurgia innovative, capaci di conservare la mammella e i linfonodi mammari. Una vera rivoluzione se si pensa che anni fa spesso l'asportazione era totale.
Oggi, rispetto al passato, vedo nelle donne maggiore consapevolezza ma non dobbiamo abbassare la guardia. Ecco perché ora che siamo ad inizio anno, periodo ricco di buoni propositi, consiglio alle donne a partire dai 35-40 anni di età di prendersi un momento per pensare seriamente alla propria salute pianificando gli esami da fare. E' questo il messaggio che mi sento di lanciare oggi nel mio primo contributo sull'Huffington Post Italia.