Il rapporto: crescono i risultati in matematica al
Nord, bocciato il Sud
Dal 2003 al 2012 i risultati ottenuti
dagli studenti nei test «Pisa» sono migliorati di 20 punti in matematica e di
18 punti in scienze. Stabili, invece, ai livelli del 2000, le performance in
lettura, che pure erano diminuiti a metà decennio. È quanto emerge dall’ultima
indagine Ocse-Pisa sulle competenze dei quindicenni.
«Non possiamo trascurare il fatto che
l’Italia registri risultati inferiori alla media Ocse - commenta il ministro
dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza - tuttavia siamo uno dei paesi che ha
registrato i maggiori progressi in matematica e scienze e questo deve essere da
stimolo per continuare a lavorare per migliorare le performance dei nostri
studenti». E se il Pd chiede che si continui ad investire per colmare i «forti
ritardi» che pure permangono nella scuola italiane, i sindacati rivendicano con
orgoglio che l’istruzione «è una delle parti migliori del nostro Paese», come
afferma la Uil.
AUMENTANO
PRESTAZIONI TOP IN MATEMATICA
Dal 2003 al 2012 sono aumentati gli
studenti «più brillanti» (2,9% in più): oggi sono il 10% (13% la media Ocse) del
totale, una percentuale però ancora lontana da Shanghai (55%) e Svizzera (21%).
Nello stesso periodo sono diminuiti del 7% gli studenti con competenze molto
basse, pur essendo ancora il 25% del totale, contro una media Ocse del 23%. La
Germania si ferma al 17%, la Svizzera al 12% e Shanghai al 4%. Per quanto
riguarda le scienze, la quota di studenti a basso rendimento (18,7%) è
superiore alla media Ocse, ma si è ridotta del 6,6% tra il 2006 e il 2012. Le
performance «top» sono invece il 6,1%: inferiori alla media, ma cresciute
dell’1,5% negli ultimi sei anni.
MASCHI
PIÙ BRAVI IN MATEMATICA, FEMMINE IN LETTURA
Per quanto riguarda i numeri, il gap di
genere in Italia è più ampio rispetto alla media Ocse: i ragazzi superano le
ragazze di 18 punti (la media è di 11 punti). «Questa per me è la spia -
sottolinea Carrozza - di una questione culturale, di un gap di genere che
attraversa ancora in maniera profonda il nostro paese e che va contrastato». Le
studentesse però sono più brave nella lettura e superano di 39 punti il
risultato dei maschi. Il divario è in linea con la media Ocse, mentre non si
rilevano differenze di genere statisticamente significative nelle scienze.
RITARDI
E ASSENZE INCIDONO SU RENDIMENTO, ITALIA RECORD
Tra le cause che concorrono a determinare
un basso risultato nei test, secondo l’Ocse, oltre, ad esempio, al non aver
frequentato la scuola per l’infanzia, ci sono anche la mancanza di puntualità e
le assenze ingiustificate. In Italia il 35% degli studenti ha riferito di aver
saltato almeno un’ora di scuola nelle due settimane precedenti ai test Pisa,
uno su 2, il 48%, ha saltato invece almeno un giorno di scuola: «tra le più
alte percentuali registrate dai paesi Ocse».
AUMENTANO
IMMIGRATI, MA RESTANO INDIETRO
Tra il 2003 e il 2012 gli studenti
stranieri in Italia sono aumentati del 5%: oggi sono quasi il 7,5% del totale,
contro una media Ocse del 12%. Ma tra loro e i colleghi nostrani esiste un
divario più ampio della media Ocse nelle competenze. Gli studenti immigrati
hanno ottenuto 48 punti in meno dei loro colleghi italiani nei test Pisa di
matematica (la media è di 34 punti). L’Italia, osserva l’Ocse, non ha
tradizionalmente esperienza di studenti immigrati e anche per questo motivo il
fenomeno è più problematico.
MA
IN ITALIA PIÙ EQUITÀ
Anche se negli ultimi 10 anni le risorse
per la scuola sono diminuite «dell’8%», l’Italia non ha sacrificato l’equità
nell’istruzione. E la scuola pubblica funzione. Le differenze socio-economiche
incidono meno sulle prestazioni rispetto alla media Ocse: in media, il 15%
della variabilità nei risultati è ascrivibile alle condizioni socio-economiche
della famiglia; in Italia il dato scende al 10%. «Dobbiamo guardare al nostro
sistema educativo non come una spesa, ma come un investimento, perché possa
continuare a svolgere questa funzione fondamentale per una società più giusta»,
conclude il ministro. Su questo insiste anche Francesca Puglisi, componente Pd
in commissione Istruzione al Senato: ci sono «forti ritardi», «occorre investire».
«Tutti i gruppi parlamentari, già dall’inizio della legislatura, concordano che
i soldi spesi in istruzione sono un investimento», sottolinea infine il
sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria.