Pagelle ai professori, rivoluzione in ateneo:
premi a chi supera l'esame degli studenti
premi a chi supera l'esame degli studenti
Da Venezia a Genova, aumenti legati al
gradimento. Cresce l'attenzione del mondo accademico verso lo studente, ma
scoppia anche la polemica degli esclusi e di chi si è visto assegnare un
punteggio "basso"
di CORRADO ZUNINO
L'Università La Sapienza di Roma LE VALUTAZIONI degli
studenti iniziano a pesare sui destini dell'università italiana. Dallo scorso
30 gennaio la contestata Anvur, l'Agenzia che giudica e fa finanziare i singoli
atenei, ha introdotto l'autovalutazione obbligatoria. Questa ha già prodotto,
oltre a un fiume di parole messe a registro, tre atti pesanti. Innanzitutto la
Cà Foscari di Venezia, sempre un passo avanti.
Con la prossima inaugurazione dell'anno accademico, il 20 ottobre al Teatro Malibran, il rettore Carlo Carraro premierà i tre migliori studenti per corso di laurea e soprattutto i tre docenti più graditi agli studenti (su cinquecento in tutte le facoltà, ricercatori compresi). Sarà un assegno, il premio: 4 mila euro per ogni professore, una mensilità in più. Sul punteggio finale, cinque parametri, sono stati decisivi: la chiarezza delle spiegazioni, la capacità dei professori di stimolare attenzione sulla disciplina, la loro disponibilità. Si consegnerà poi, nel cortile a fianco del Canal Grande, un quarto premio (8 mila euro) per i progetti di innovazione e trasversalità della didattica. Il rinnovamento dell'insegnamento.
Il secondo fatto da raccontare, e che mostra la crescita di attenzione del mondo accademico verso lo studente, arriva dalla vicina Università di Padova. A due professori esterni, il dipartimento di Scienze economiche e aziendali non ha rinnovato il contratto. Sui questionari crocettati online dagli studenti, e a Padova sono obbligatori dal 2005, i due docenti a tempo determinato sono stati definiti "ritardatari, poco disponibili, spesso introvabili". Colloqui svolti al bar, nessuna indicazione sui criteri di assegnazione dei voti: bocciati, pochi giorni fa, dal basso. Il giudizio negativo degli universitari ha spaccato il Consiglio di dipartimento: undici erano per l'interruzione del rapporto, dieci in difesa dei prof lacunosi. Niente contratto. "La nostra è un'epoca grillina", si è difeso uno degli esclusi, "le minoranze strillano e ottengono".
Poi c'è Genova, ed è il terzo esempio. Il rettore Giacomo Deferrari, classe 1940, ha deciso di fare sue le possibilità della legge Gelmini e ha agganciato gli scatti d'anzianità ai meriti. Un terzo dell'aumento dello scatto nella busta paga dei docenti ora è legato alla loro produzione scientifica, un terzo alle capacità organizzative e un terzo alla didattica. Per quest'ultima voce, i report degli studenti sono diventati determinanti.
All'Università di Roma Tre gli universitari si sono espressi su 1.461 insegnamenti (su un totale di 2.101) dimostrando di aver voglia di valutare i docenti in cattedra. Il rettorato ha fatto quindi partire rilevazioni a campione, sul modello della customer satisfaction industriale. Alla Bicocca di Milano da quest'anno si richiede la valutazione anche agli iscritti non frequentanti e si stimano in centomila le prossime risposte al questionario. Ecco, il questionario online dalla scorsa stagione è obbligatorio (e anonimo): se non lo compila, lo studente non può iscriversi all'esame. Molti professori non gradiscono la novità. Un docente di storia della Statale di Milano racconta: "Per fermare la valutazione dal basso molti colleghi anziani invocano la privacy, vogliono difendere il loro diritto di poter fare una cattiva lezione". A Bergamo insegnanti come Valeria Ugazio, docente di psicologia clinica, hanno scelto invece di far valutare ogni loro singola lezione.
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Con la prossima inaugurazione dell'anno accademico, il 20 ottobre al Teatro Malibran, il rettore Carlo Carraro premierà i tre migliori studenti per corso di laurea e soprattutto i tre docenti più graditi agli studenti (su cinquecento in tutte le facoltà, ricercatori compresi). Sarà un assegno, il premio: 4 mila euro per ogni professore, una mensilità in più. Sul punteggio finale, cinque parametri, sono stati decisivi: la chiarezza delle spiegazioni, la capacità dei professori di stimolare attenzione sulla disciplina, la loro disponibilità. Si consegnerà poi, nel cortile a fianco del Canal Grande, un quarto premio (8 mila euro) per i progetti di innovazione e trasversalità della didattica. Il rinnovamento dell'insegnamento.
Il secondo fatto da raccontare, e che mostra la crescita di attenzione del mondo accademico verso lo studente, arriva dalla vicina Università di Padova. A due professori esterni, il dipartimento di Scienze economiche e aziendali non ha rinnovato il contratto. Sui questionari crocettati online dagli studenti, e a Padova sono obbligatori dal 2005, i due docenti a tempo determinato sono stati definiti "ritardatari, poco disponibili, spesso introvabili". Colloqui svolti al bar, nessuna indicazione sui criteri di assegnazione dei voti: bocciati, pochi giorni fa, dal basso. Il giudizio negativo degli universitari ha spaccato il Consiglio di dipartimento: undici erano per l'interruzione del rapporto, dieci in difesa dei prof lacunosi. Niente contratto. "La nostra è un'epoca grillina", si è difeso uno degli esclusi, "le minoranze strillano e ottengono".
Poi c'è Genova, ed è il terzo esempio. Il rettore Giacomo Deferrari, classe 1940, ha deciso di fare sue le possibilità della legge Gelmini e ha agganciato gli scatti d'anzianità ai meriti. Un terzo dell'aumento dello scatto nella busta paga dei docenti ora è legato alla loro produzione scientifica, un terzo alle capacità organizzative e un terzo alla didattica. Per quest'ultima voce, i report degli studenti sono diventati determinanti.
All'Università di Roma Tre gli universitari si sono espressi su 1.461 insegnamenti (su un totale di 2.101) dimostrando di aver voglia di valutare i docenti in cattedra. Il rettorato ha fatto quindi partire rilevazioni a campione, sul modello della customer satisfaction industriale. Alla Bicocca di Milano da quest'anno si richiede la valutazione anche agli iscritti non frequentanti e si stimano in centomila le prossime risposte al questionario. Ecco, il questionario online dalla scorsa stagione è obbligatorio (e anonimo): se non lo compila, lo studente non può iscriversi all'esame. Molti professori non gradiscono la novità. Un docente di storia della Statale di Milano racconta: "Per fermare la valutazione dal basso molti colleghi anziani invocano la privacy, vogliono difendere il loro diritto di poter fare una cattiva lezione". A Bergamo insegnanti come Valeria Ugazio, docente di psicologia clinica, hanno scelto invece di far valutare ogni loro singola lezione.
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